Zona Franca, 2004, videoinstallazione, n. 7 schermi, n. 7 videoproiettori, 1 stazione digitale, amplificatori

PROGETTI

Zona Franca

2004

“Giova ora dirigere il cammino là dove sorge Venere; da essa la Terra è visibile non meno di quanto Venere a sua volta lo sia per la Terra

Giordano Bruno, De immenso

Zona Franca vuole presentare quella zona di libertà espressiva e visionaria che appartiene a tutti gli individui, vuole sondare quell’arteria invisibile che attraversa l’intero cosmo.

Mi piace pensare che gli uomini migrino e occupino un nuovo territorio in modo da  creare una nuova forma di convivenza modificando il processo percettivo e relazionale.

Sui tetti non ci sono regole precostituite e il fatto che l’umanità si trasferisca in questo spazio senza confine, genera un contatto con la sfera più intima e trascendente di sé.

Ho invitato, pertanto, le persone selezionate per il video a salire sui tetti e a realizzare lì un proprio sogno o un proprio desiderio di carattere irrazionale ed emotivo; si sono così materializzati personaggi di vario tipo tra cui sonnambuli, panettieri, musicisti, angeli, pagliacci, frati, sfingi, sciatori, donne gravide e tante altre figure più misteriose e meno classificabili.

L’installazione, che si sviluppa attraverso una serie di schermi inclinati e sospesi per aria, richiama l’architettura di un quartiere inesistente.

Le figure dei personaggi si alternano e migrano da uno schermo all’altro creando un universo dinamico in costante trasformazione.

Un’altra importante metamorfosi delle immagini è il passaggio da una visione reale dei tetti ad una visione quantica o molecolare; i coppi rossi del tetto si trasformano in campi quantici e sono sostituiti da immagini in nanoscala di DNA, realizzate al microscopio elettronico, che possono essere scambiate per superfici di lana o dune del deserto. Lo spazio nella sua mutazione diventa imprevedibile.

Lo spettatore può aggirarsi tra i “tetti-schermi” risucchiato in una dimensione temporale in progressiva mutazione, addentrandosi oltrechè nella dimensione fisica dello spazio anche negli strati più profondi e microscopici della materia.

Se, secondo la teoria di Heisenberg non è possibile misurare la posizione e la velocità di una particella in quanto l’atto dell’osservare crea un interazione con l’oggetto, modificandolo, perchè non supporre che si modifichi in base ad un emozione, perchè non credere che anche un atomo sogni.

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